martedì 23 settembre 2008

Javier Marias - Tutte le anime

Ho finito ieri questo romanzo che è il terzo che leggo di questo autore spagnolo.Scopro ora,cercandolo su wikipedia,che come al solito sono un lettore dilettante e leggo ogni autore un po' a casaccio,non seguendo la cronologia delle sue opere,ma prendendo in libreria il romanzo che di volta in volta mi attira di più.E ho scoperto che tra i tre libri da me letti questo è il più vecchio,datato 1988,mentre avevo esordito con "Domani nella battaglia pensa a me" del 1994 e proseguito con "un cuore bianco" del 1992.Insomma,sono andato a ritroso.E così anche l'abilità del narratore,che ha evidentemente affinato negli anni le sue capacità di grande romanziere;se,infatti,"D.n.b.p.a.m" mi aveva a dir poco esaltato e "U.c.b." mi aveva pienamente convinto,"T.l.a",invece, è stata una lettura un po' noiosa.Si possono già trovare tutti gli elementi e le strutture della scrittura di Marias,ma i contenuti sono decisamente inferiori alle due opere successive.Se infatti negli altri due romanzi Marias si era svelato come profondo conoscitore di ogni più piccola debolezza dell'animo umano e mi aveva completamente sorpreso per la verità di molte delle sue intuizioni,qua rimane un po' in superficie e non si trovano molti spunti di riflessione.Ottimo lavoro per uno scrittore agli esordi,però paragonare i personaggi di questo libro ai meravigliosi ritratti di persone alle prese con scelte tremende dei lavori successivi è realmente arduo.Il romanzo racconta delle esperienze dell'autore nel suo soggiorno come professore a Oxford.Numerosi personaggi gireranno attorno alla sua figura.Un'amante,un professore coetaneo che troverà la morte prematuramente ed un anziano professore alle prese con la vecchiaia sono i principali.E naturalmente di ognuno non viene raccontato soltanto il rapporto con l'autore,ma anche le esperienze di vita precedenti.Traumi,turbamenti,rimorsi e rimpianti perciò si inseriscono nelle esistenze dei protagonisti ed influenzano il loro modo di rapportarsi con gli altri.
Insomma,carino,ma niente di più.
dal libro
"Ciò che più mi sorprende è che la malattia non mi impedisca per il momento di interessarmi alle cose degli altri.Ho deciso di comportarmi come se non mi dovesse succedere niente e di non dire niente a nessuno tranne che a B,e a B soltanto se vi sarà conferma del peggio.Non risulta difficile,una volta che sia stata presa la decisione.Ma la cosa strana non è che io sappia comportarmi con segretezza e come si conviene,ma il mio stesso interesse immutabile per ciò che mi circonda.tutto mi importa,tutto mi riguarda.In realtà non devo fingere perchè non riesco a convincermi che questo possa o debba succedere a me.Non riesco a convincermi dell'idea che a seconda di come andranno le cose potrei farla finita-nientemeno che morto!-e che se questo succedesse(incrocio le dita)smetterei di sapere quello che continuerebbe a succedere agli altri a partire da quel momento.Come se mi togliessero di mano un libro che sto leggendo con infinità curiosità.E'inconcepibile.Se poi fosse soltanto questo non sarebbe grave,il brutto è che non ci sarebbero nemmeno altri libri,la vita come codice unico.La vita è ancora medievale."

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